E’ ovvio che una separazione o un divorzio rappresenteranno sempre un momento non felice nella propria vita. Anche quando ci si armasse del miglior spirito di resilienza, pure si avvertirebbero inevitabili effetti negativi conseguenti ad un evento indubbiamente traumatico quale è la fine di un rapporto.
Non per nulla tra gli eventi portatori di stress si elencano i grossi cambiamenti come i traslochi. Figuriamoci se non si includa anche il divorzio in questo elenco!
Ma è normale che la decisione di separarsi porti con sé il lutto. Sarebbe strano il contrario! Perché nella decisione di sposarsi e metter su famiglia si sono investite energie e tempo. E’ chiaro che rendersi conto di rimanere con un pugno di mosche in mano e dover ricominciare tutto daccapo a ricostruire la propria vita porta con sé delusione, frustrazione, senso di stanchezza.
Si perde fiducia e si diventa “pesanti”, cauti. Si perde l’ottimismo e l’autostima.
E’ ovvio, comunque, anche a riuscire a gestire i sentimenti negativi, che si tratta di un grosso cambiamento.
Ma appunto, quello che è necessario è la resilienza, cioè la capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà senza spezzarsi.
Si, ma come si fa?
Per affrontare una separazione dal punto di vista giuridico è evidente che basta scegliere un buon avvocato. Se si vuole sapere come capire se si è scelto un buon avvocato, vai all’e.book “I diritti del cliente” scaricabile gratuitamente dall’home page.
Un buon matrimonialista saprà capire e guidare le “intemperanze emotive” del cliente aiutandolo a trovare ciò che è migliore e più giusto per lui.
Ma per affrontare la separazione nel modo migliore e gestire i sentimenti negativi di ansia, rabbia, sconfitta, tradimento, fallimento, vendetta, ecco che cosa serve:
1) Quando senti arrivare i pensieri negativi elencati sopra, conta sino a dieci e pensa che è inutile piangere sul latte versato: il passato è cenere. Concentrati sul presente: non tutto è perduto e ricominciare si può. Serve per far crescere il senso di fiducia.
2) Smettila di ragionare in termini di colpa e comincia ad assumerti le tue responsabilità. Stabilire chi ha ragione e chi ha torto o di chi è stata la colpa non serve a nulla. Responsabilità=abile nella risposta. Pensa semplicemente che non sei riuscito a dare la risposta giusta in quel momento. Concentrati sulle domande giuste. Cambiare prospettiva serve a far crescere il senso di autostima.
3) Rimboccati le maniche e fai una lista degli atteggiamenti/comportamenti del partner attuali (non di quando vivevate insieme) che semplicemente danno fastidio. Scrivi accanto come si vorrebbero modificare quei comportamenti; scrivi quelle che sono le tue esatte necessità e bisogni per stare bene. Chiedi al partner di fare lo stesso dimostrando di essere capaci al cambiamento. Serve per impostare una nuova modalità di comunicazione.
4) Se si hanno figli occorre avere chiara consapevolezza che la fine del matrimonio è la fine della relazione di coppia ma non si smette di essere genitori. Per cui dite la verità ai figli sulla vostra separazione; non parlate l’uno male dell’altro ai figli; non litigate davanti a loro e mettete l’interesse dei figli e la loro felicità al primo posto: non sono pacchi o pedine da muovere ai vostri fini. I figli saranno felici e staranno bene se voi siete felici o perlomeno, se voi state bene.
5) Se non riuscite a fare quanto sopra, fatevi aiutare da mediatori o da coach ma mettevi in mente che prima raggiungerete un sentimento di serenità riguardo al divorzio e prima riuscite a dominare i vostri sentimenti negativi, prima supererete il trauma facendolo diventare un’opportunità.
Infine, qualche consiglio prettamente legale: Valutate bene la situazione patrimoniale e finanziaria di entrambi e considerate che ogni accordo economico deve comunque essere sostenibile: è inutile lottare per spuntare un importo del mantenimento per i figli o per i coniugi maggiore perché se poi non viene pagato con regolarità, l’unico a guadagnarci sarà il vostro avvocato.