La Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali

La Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali

 

Nell'ambito del diritto della famiglia e delle persone non si può non tenere in considerazione il contributo rilevante che viene dalla applicazione ed interpretazione della CEDU.
La Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali  prevede la tutela di una serie di diritti e libertà fondamentali (diritto alla vita, divieto della tortura, divieto della schiavitù e del lavoro forzato, diritto alla libertà ed alla sicurezza, diritto ad un processo equo, principio di legalità, diritto al rispetto della vita privata e familiare, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà d’espressione, libertà di riunione e d’associazione, diritto al matrimonio, diritto ad un ricorso effettivo, divieto di discriminazione).
Ulteriori diritti sono previsti dai Protocolli aggiuntivi alla Convenzione (Protocolli no. 1, 4, 6, 7, 12, 13, 14, 15 e 16 alla Convenzione (STE no. 9, 46, 114, 117, 177, 187, 194, 213 e 214). Le Parti contraenti s’impegnano a riconoscere tali diritti a tutte le persone rientranti nella loro giurisdizione.
Per assicurare il rispetto degli impegni assunti dalle Parti contraenti, è stata istituita, a Strasburgo, la Corte europea dei Diritti dell’Uomo. La Corte delibera su ricorsi individuali o su ricorsi interstatuali.
Come è noto, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo ha un ruolo importante nell'ordinamento italiano in quanto le sue disposizioni hanno una diretta (o immediata) applicazione e il giudice comune ha il compito di applicarle, eventualmente disapplicando le norme interne incompatibili.
A seguito di tale entrata in vigore del Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 (il 1° dicembre 2009), la Convenzione europea dei diritti dell’uomo è stata “comunitarizzata” entrando a fare parte del diritto dell’Unione europea, così acquistando quel primato sul diritto interno incompatibile, in virtù del quale – come affermato dalla Corte costituzionale a partire dalla sentenza dell’8 giugno 1984 n. 170 (Granital) – il giudice comune deve assicurare l’applicazione delle norme del diritto dell’Unione disapplicando direttamente, senza necessità di alcun intervento della Corte costituzionale, le disposizioni interne in conflitto con le suddette norme.
Per questo è molto importante conoscerla e conoscere la giurisprudenza ed interpretazione della Corte.
Puoi scaricare il testo della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali così come modificata dai Protocolli nn. 11 e 14 - Roma, 4.XI.1950 Traduzione non ufficiale in lingua italiana al link: https://www.coe.int/en/web/conventions/full-list/-/conventions/rms/0900001680063777.
Sono state predisposte dal servizio stampa di Strasburgo alcune schede tematiche sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo tradotte in italiano (le lingue ufficiali a Strasburgo sono il francese e l’inglese). Le suddette schede riguardano i diritti e la protezione dei minori, i diritti dei genitori, la discriminazione razziale, i diritti legati alla riproduzione, la prassi in materia di orientamento sessuale, l’omosessualità e l’identità di genere, la giurisprudenza su rom e nomadi. Puoi scaricare i testi in italiano al link: http://www.echr.coe.int/Pages/home.aspx?p=press/factsheets/italian